Giorno 39 – Fordongianus e il bagno sul Tirso

“Craaac, craaac”. Manco sono le 6:00 e delle cornacchie mi svegliano, nella fresca mattina di Solarussa. Sorvolano un po’ la mia tenda e poi mi lasciano in pace. Così torno a dormire e mi risveglierò solo alle 8:00, a causa dei lavori di restauro della chiesetta di San Gregorio, che si trova accanto alla tenda. “Va bè, d’altronde si è fatta anche ora”, penso. E inizio a prepararmi.

Metto tutto sulla tenda in maniera abbastanza rapida e riparto, salutando i due ragazzi che, mentre stanno facendo il cemento, si fumano la sigaretta mattutina.

Faccio colazione al bar, scambiando qualche chiacchiera con i signori del posto. Poi organizzo la giornata, creando la traccia GPS. Invio il file al navigatore e parto. Direzione Fordongianus.

In meno di 35km sono arrivato. Sono le 13:00, meglio chiamare alle terme Romane, per capire se posso fare qualche ripresa. Mi dicono di si, ma riapriranno alle 15:30 ormai. Va bè, tramezzino al bar e un pochino di riposo.

Al bar aguzzo l’orecchio per ascoltare un pochino di sardo. Simpatici i signori, mi offrono anche qualche birra e mi spiegano cosa posso visitare a Fordongianus. Poi, alle 15:30, li saluto, successivamente pedalando qualche km per arrivare alle terme.

Alle terme incontro le due visite del posto. Sono molto disponibili, in particolare la ragazza che mi racconta le curiosità sul sito. Luogo particolarmente storico: un percorso circolare fatto di 4 stanze: caldo, tiepido, freddo e tiepido ancora. I Romani la sapevano lunga, ma soprattutto stavano attenti al lusso e al benessere delle persone. Era questo che aveva fatto di Forum Traiani (la vecchia Fordongianus) un grosso centro di scambio commerciale, per coloro che percorrevano la strada da Caralis a Turris.

Finita la visita vado a visitare la casa Aragonese, passando per la strada romana appunto che collegava Cagliari a Porto Torres. Mi piace la storia, soprattutto quella che puoi tastare. Ecco perché quando la studiavo a scuola non mi piaceva. Troppi libri, troppe cose scritte.

Finito il tour, torno alle terme. “Posso dormire qui, per caso? È un problema se stendo la tenda qua?”, chiedo alle guide. E loro “Ma quando mai! Tanto questo pezzo di terra è nostro. Fai pure”. Ringrazio e vado a rilassarmi al chiosco che c’è accanto, prima di stendere il campo e dormire.

Mentre mi reco al chiosco, il ragazzo delle terme mi dice: “La vorresti fare una cosa che non ti dimenticherai?”. E io “certo!”. “Lo vedi quello sgorgo dalle terme che va sul fiume? Quell’acqua ha almeno 50/60 gradi e mischiandosi con quella del Tirso, diventa tiepidissima. Ed è veramente piacevole farsi il bagno!”. Lo guardo negli occhi e rispondo con un “Sai che ti dico?! Che vado a farmi il bagno, subito!”.

Prendo il costume e l’asciugamano dalla borsa e vado sul ciglio del fiume, proprio li, dove acqua calda e acqua fredda si mischiano. Mi cambio molto velocemente, preso dalla foga dell’esperienza, ed entro in acqua. CHE SENSAZIONE! Mi sto facendo il bagno sul Tirso, con l’acqua che arriva dalle terme Romane. Il ragazzo aveva ragione. Esperienza singolare!

Finito il bagno mi asciugo e mi ricambio. Poi vado al chiosco. La serata degenera, come sempre quando la gente mi offre qualcosa. Conosco Pietro e Mara, i proprietari. Sono affascinati del mio progetto e io della loro attività. Ho sempre questo desiderio di aprire un baretto, soprattutto in una location come questa. Tra una chiacchierata e l’altra beviamo due birre, poi alle 21 circa inizia ad arrivare clientela e loro si immergono nel lavoro.

Non appena vedo un secondo di libertà, vado a salutarli. “Ragazzi grazie di tutto, davvero! Vado a letto, buonanotte!”. Ci diamo un pugno, loro tornano alle faccende dietro al bancone, io a stendere il campo.

Nonostante la musica del chioschetto, parte una forte sonnolenza. Sono stanco e quando sei stanco, anche dormire su un prato d’erba può sembrarti il paradiso!

E a me sembra il paradiso per davvero! Notte.

Giorno 39: Zeddiani, Ollastra, Villanova Truschedu, Fordongianus | Ciclismo | Strava

24/06/2021