Giorno 11 – Street Art a San Gavino e una famiglia squisita

Dopo una giornata scarica, solitamente ne affronto una bella piena. Mi sveglio dalla stanza dell’agriturismo Surbiu, a Pabillonis, con la convinzione che in questa giornata ne vedrò delle belle. Odio le aspettative, rimango sempre deluso. Va bè, mi vesto e faccio colazione con la torta che la mamma di Matteo (il ragazzo che mi ha ospitato in agriturismo) ha preparato per me.

Carico la bici e mi metto in sella. Prima tappa: San Gavino. Matteo mi aveva avvisato che, dalla via principale, avrei incontrato sulla destra una via ricca di murales. Vedo in lontananza un francobollo di Eleonora d’Arborea. “Ci sono”, penso. La imbocco e mi ritrovo in un vero e proprio museo a cielo aperto. Scatto qualche foto e inappagato chiedo indicazioni ad un signore che sostava in macchina. Mi racconta che a San Gavino possono essere ammirati ben due movimenti di street art. Uno, in via Eleonora d’Arborea, realizzato interamente da Sergio Putzu, in onore del suo quartiere, con lo scopo di dare una lunga vita ai mestieri dell’epoca. L’altro invece, contemporaneo e alimentato da vari ragazzi, in onore di un loro amico deceduto (lo chiamavano “Skizzo”).

Ancora scosso per la tanta bellezza improvvisa, procedo verso Sanluri. Purtroppo il castello ha appena chiuso. Peccato! Va bè, mangio un boccone e riparto verso Sardara. Anche a Sardara la chiesa di Sant’Anastasia è chiusa, ma incontro un signore simpaticissimo che ha costruito una trottola da 100kg. Che sballo! Mi fermo per fargli un po’ di compagnia. Lui ricambia raccontandomi mezza vita.

E’ il momento di ripartire, mi aspetta il Nuraghe Genna Maria a Villanovaforru, ma prima ho la salita di Collinas che mi aspetta. Sono le 15:00 e batte un sole cocente. In piedi sui pedali a cadenza costante arrivo in cima e scendo verso il nuraghe. Francesca, una guida locale, mi ha organizzato una visita dedicata. Una volta arrivato al sito, incontro Andrea, un ragazzo molto gentile che mi spiega la storia di questo nuraghe trilobato con torre centrale. Affrontiamo poi interessantissime chiacchierate relative agli scopi ancora incogniti dei nuraghe, mentre riscendiamo a piedi verso l’info point.

Andrea mi propone la possibilità di visionare degli scavi archeologici in corso, non troppo distanti dal luogo in cui ci troviamo. Prendo la bici e mi piombo al volo! Non avevo mai visto una cosa del genere. C’è dottor Passetti ad accogliermi, mi fa fare un breve tour del posto. E’ stato molto interessante comprendere il loro modo di procedere con gli scavi, simile a quello di un “detective”. Con l’unica differenza che un detective non prova a ricostruire una scena del crimine accaduta migliaia di anni fa!

Riprendo la bici contento per la giornata che ho appena trascorso. Ad aspettarmi, a Lunamatrona, c’è Francesca, la cugina di Denise (la ragazza che mi ha ospitato a Vallermosa). Francesca vive con Mauro (il marito) e i suoi due figli. Mi immergo subito nelle dinamiche di casa. Gioco un pochino con i bimbi ad indovinare i nomi dei dinosauri. Cavolo, sono una frana, mi fanno 10 a 0! Qualche ora dopo, Mauro rientra dal lavoro. Parliamo un po’ del mio progetto, gli spiego dove sono passato e dove avanzerò nei prossimi giorni.

Arriva l’ora di cena. Siamo tutti insieme in famiglia “+1”, davanti ad una bella pizza. Poi i bambini insistono per farmi vedere la loro stanza al piano superiore. Quando ritorno giù, parlo un pochino con Mauro. Sono interessato alla sua attività, fa il meccanico in una officina di cui è proprietario. Gli faccio qualche domanda, ma soprattutto lo ammiro tanto per quello che fa. Ammiro i lavoratori in generale. Leggo nei suoi occhi tanta umiltà e tanto sacrificio. Sono combattuto tra interrogarlo ancora un pochino oppure lasciarlo andare a dormire, mi sembra tanto stanco! Trovo una via di mezzo. Do una buonanotte generale a Francesca e Mauro, mentre i bimbi sono già a letto da un po’, domani si sveglieranno presto per andare a scuola.

Mi metto a letto e penso a quanto io sia fortunato per questi bellissimi incontri che sto facendo lungo il tragitto. Ognuno mi insegna qualcosa, ma soprattutto mi da il cuore. Sarebbe un mondo migliore se tutti ci comportassimo così, ogni giorno, nei confronti di ogni persona che incrociamo. Sarebbe davvero un mondo migliore.

Giorno 11: San Gavino Monreale, Sanluri, Sardara, Collinas, Villanovaforru, Lunamatrona | Ciclismo | Strava

27/05/2021