Giorno 20 – Kayak sul lago di Isili e gli amici del birrificio Arbareska

Mi sveglio dalla stanza 16 dell’Hotel Cardellino, a Isili. Ho già tutto pronto in bici, se non la roba che ho portato con me per fare la doccia. Scendo e mi faccio una bella colazione rigenerante. Spendo qualche minuto a chiacchierare con il proprietario. Parliamo della situazione pandemia, sperano di non ricascare più in una ulteriore chiusura. Come tutti d’altronde. Finita la colazione e la chiacchierata, mi reco al Lago San Sebastiano, a qualche km dal centro.

Qui incontro Pier Mario, che è a capo del circolo nautico di Isili. Qui una loro passione si è trasformata in agonismo. E adesso, con qualche sacrificio, si sta trasformando in turismo. Infatti, accanto ai kayak e alle canoe, si parcheggiano timidi alcuni Pedalò. Anche perchè questo lago è davvero suggestivo. Nasce come diga in seguito allo sbarramento del fiume Mannu. Ecco perchè in passato in quest’area non c’erano che erbaglie. Adesso l’acqua da quel tocco speciale e un isolotto, con una chiesa in cima, emerge nel mezzo del lago, rendendo tutto più magico.

Pier Mario mi lascia un kayak. Ho già praticato kayak sul Po durante gli anni a Torino. Mi piace tutto ciò che ha a che fare con la natura. E poi a Torino mi mancava il mare e quelle pagaiate, sul fiume che taglia Torino in due, erano un qualcosa che più vi si avvicinava. Comunque, sono un pochino arrugginito. “Vediamo se mi ricordo come si fa”, sussurro a bassa voce, mentre mi sistemo in postazione. Sono dentro il kayak, andiamo in esplorazione.

Costeggiando l’isolotto con la chiesetta, che mi lascerò per ultimo, procedo verso il vecchio ponte Romano. Uno specchio d’acqua molto suggestivo, ad un passo dalla nuova statale SS128 che attraversa l’intero lago. Qualche foto e torno indietro, direzione: isolotto di San Sebastiano. Mi diverto a dare delle pagaiate veloce e lasciare che l’inerzia mi spinga per qualche metro sul letto d’acqua. Figata!

Arrivo all’isolotto e attracco il kayak. Mi metto le scarpe (che avevo riposto dietro il sedile) e faccio la salita che mi porta in cima. La chiesetta è chiusa. Ad un passo dal suo portone c’è un manifesto che espone la leggenda riguardante il luogo. Si racconta che un giorno, durante un matrimonio celebratosi in questo luogo, un pretendente della sposa provocò una catastrofe provocando la morte dei due sposi. Non si salvò neanche lui, che a causa del suo gesto indecente, venne assalito dalla folla e spinto giù dal dirupo.

Una volta visto l’isolotto, ritorno al circolo al piccolo trotto. Vorrei rimanere su questo kayak per un po’, ma devo andare. E’ ora di pranzo ormai e Pier Mario deve chiudere il circolo. Parcheggio il kayak, aiutato anche da un altro ragazzo che si stava allenando col SUP. Parliamo un pochino, lui è professore, gli faccio qualche domanda. Poi ci salutiamo e mi dirigo verso Isili.

Pranzo in una gastronomia e tra un boccone e l’altro chiamo Bruno, un ragazzo che ha appena aperto un birrificio. Mi da piena disponibilità, dopo pranzo, per andare a incontrarlo. Sono un casino interessato al processo di produzione della birra. Ho ancora un pochino di tempo prima di andare da lui. Mi prendo un caffè in tranquillità e parto, dista un centinaio di metri dalla gastronomia in cui ho pranzato.

Arrivo da Bruno ed entriamo subito in sintonia. Mi racconta che da quando era piccolo si divertiva a fare la birra con dei kit comprati online. Ora ha aperto la sua attività e continua a coltivare questa passione. Amo queste persone che ci hanno creduto e non hanno mai mollato. Grande Bruno!

Una volta visto il processo delle sue “cotte”, arriva qualche cliente che fa il pieno di birre prima di tornare a Genova, e qualche suo amico. Parlo con loro, siamo coetanei. Un ragazzo fa il ramaio, gli altri due sono nel mondo della musica ed è appena uscito un loro pezzo online. Parliamo del più e del meno e mi invitano ad una cena in montagna. “Dai, arrostiamo un po’ di carne. Beviamo un po’ di vino..”. E io: “Eh però ancora non so dove posso dormire”. E Bruno: “Dai, dormi da me!”. Va bene, ormai agisco da parassita. Ringrazio e accetto.

Mi faccio una doccia veloce e partiamo in macchina alla volta di una piccola montagna alle spalle di Isili. Una volta arrivati ci procuriamo della legna e iniziamo ad arrostire la carne di pecora. Passiamo una bellissima serata in compagnia, tra vino, chiacchiere e buonissima carne.

Torniamo a casa e ci salutiamo. Tornerò a trovare questi ragazzi, ne sono sicuro. Bello il viaggio, soprattutto se ti lascia quell’aspetto umano fatto di calore e ospitalità!

Giorno 20 | Ciclismo | Strava

05/06/2021