Giorno 25 – Il tanto atteso mare di Torre Grande e il primo guasto

Sono le 8:00 e sto già iniziando a preparare la bici per ripartire da Nuragus. Jenny è appoggiata sulla ruota anteriore sinistra del trattore di Renato, che mi ha ospitato in azienda per trascorrere la notte al coperto. Io intanto l’ho appoggiata per caricarci le borse. Fremo dalla voglia di rivedere il mare, dopo 16 giorni nell’entroterra. Questo è il viaggio: ti toglie tutto per farti capire cosa ti manca veramente. Poi ti da, a piccole dosi, quello di cui hai bisogno, per farti capire quanto è prezioso.

Riparto sotto un cielo serenissimo. Direzione: ORISTANO! Pedalo nuovamente in strade già viste, a causa del passo indietro del giorno prima, per aver dovuto recuperare due comuni che avevo scordato. Dal momento in cui nuove strade passano sotto i copertoni, incontro Villaurbana e mi fermo per un pranzetto.

Nel bar non c’è niente per pranzare, ma mi accontento di un po’ di zucchero: “Coca ghiaccio e limone, grazie”. Poi approfitto della cordialità per chiedere se qualcuno mi potesse accompagnare a vedere qualche pezzo di storia del paese. Incontro Giuseppe, un ragazzo che si sta candidando consigliere a breve. Tra una parola e l’altra capiamo pure di avere amicizie in comune. Poi mi accompagna a vedere una sorta di Domus de Janas, in un posto sperduto su una collina. Totalmente irraggiungibile per noi umani! Mi racconta che la leggenda narra che in questo luogo, una signora si mettesse a cuocere il pane lungo la strada percorsa a piedi, per muoversi di paese in paese. Carina la storia, ma occorre valorizzare il posto. Altrimenti, nessuno potrà ammirarlo, senza Giuseppe.

Giuseppe e un altro assessore, mi portano successivamente a visitare la “casa del pane”. Qui, a Villaurbana, il pane conserva una grossa tradizione! Ospitali i signori di Villaurbana, davvero. Si sono fatti in quattro per farmi vedere tutto quello che il paese offre. Per concludere, una chiacchierata davanti ad un caffè e si riparte. Ho solo una cosa in testa: MARE.

Scendo dal monte Arci per approcciare il Senis. Sono emozionato. Sto provando delle sensazioni dentro di me, tanto forti quanto indescrivibili. Vedo il mare e mi emoziono. Non sto esagerando. Mi emoziono davvero! Sarà che sono arrivato fin qui con le mie sole forze. Sarà che sono quasi un mese in viaggio e ce l’ho fatta: sono qui! Mi sento vivo, mi sento bene, mi sento me stesso, mi sento forte, mi sento figo!

Quando sto pensando a tutte queste cose bellissime, sento un rumore a frequenza costante: “Tac, tac, tac, tac..”. Sarà la fibietta della borsa che tocca sui raggi, penso. Manco il tempo di pensare e sento “Tssssssssssss…..”, ruota a terra. In questi momenti preghi che la ruota in questione sia quella anteriore, perché è più facile da aggiustare (dietro c’è il pacco pignoni e la catena è coinvolta, significa mani nere sporche di grasso quasi sicuramente). Abbasso lo sguardo: è la ruota posteriore. Un chiodo di 10cm conficcato completamente. Ottimo! Di male in peggio.

Mantengo la calma e accosto. Inizio a parlare da solo in maniera pesante. “Okay Luca, e che c’è di male? Hai bucato?! Adesso la mettiamo a posto!”. Tolgo tutte le borse ed estraggo la ruota. Il pacco pignoni lascia la catena, ho la ruota in mano. Estraggo il chiodo e dopo di lui il copertone, poi tolgo la camera d’aria e metto la nuova che ho con me. E gonfio: 3 bar, non riesco di più (dovrebbe essere almeno a 5.5). Va bè, per ora è okay. Al prossimo gommista la sistemiamo del tutto.

Riparto e penso a quanto cavolo ho gestito bene la situazione. Calma e freddezza. Da soli non è facile, ve lo assicuro. Soprattutto se dietro di te sta arrivando un temporale e l’unica certezza che hai, è dormire al mare. Qualche km, poi gommista e riparto, come nuovo. Mi fermo al market a comprare le cose per cena, anche perché dovendo dormire al mare mi servirà dell’acqua da mettere a bollire per fare la pasta.

Entro a Oristano e mi sento come se avessi scalato l’Everest. Giornata dura oggi eh! Attraverso il capoluogo di provincia e proseguo verso Torre Grande su una bellissima ciclabile. Che bello il mare! Voglio dormire qui oggi, con un sacco a pelo, a contatto con la natura. Me lo sono meritato. Stendo il campo, senza montare la tenda perché non si può campeggiare. Chiamo a casa per dire che è tutto okay, poi cucino, mangio e si fa ora di andare a nanna.

Non riesco a non osservare le stelle. Mi fanno capire quanto i miei problemi siano piccoli. Lo diceva Venditti, “Che fantastica storia è la vita!”.

Giorno 25: Villaurbana, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Oristano | Ciclismo | Strava

10/06/2021