Giorno 37 – Seneghe e quel ritrovato profumo di entroterra

7:55, apro gli occhi, a fatica. Nonostante la notte prima si sia protratta fino a tardi, il mio orologio biologico sta iniziando ad autoregolarsi. Meglio alzarsi, dormire qualche altro minuto sarebbe inutile.

Mi preparo per ripartire facendo attenzione a non dimenticare nulla. Da Claudio non ritornerò, almeno non durante questo viaggio.

Una volta concluso il check, parto. Claudio è già andato. “Io se la mattina mi sveglio e non mangio, sgabbio”, aveva usato come giustificazione. Claudio è un grande. Sa fare ironia in modo giusto, così come sa fare la persona seria quando ce n’é bisogno.

Attraverso il vialone della sua casetta in campagna e raggiungo Riccardo e Claudio al Bar Maestrale, a S’Arena Scoada. Facciamo colazione insieme e ci salutiamo con un bell’abbraccio. Si è creato un bel rapporto tra di noi, mi ci sono affezionato per davvero. Persone in gamba, perbene!

Parto alla volta dell’entroterra. Ripasso a Narbolia ed entro a Seneghe. Qui incontro Bruno, un vecchio amico di Claudio. Bruno fa olio e prodotti con le olive che lui stesso coltiva. Mi parla della sua attività e andiamo da due carabinieri in caserma, suoi amici. Loro ci offrono il pranzo e Bruno ricambia con tre vini bianchi. Bentornata ospitalità.

Finiamo il pranzo e andiamo al bar del paese. Qui incontro vari signori. Bruno mi presenta a tutti e io cerco di comprendere i vari discorsi in Sardo. Sto migliorando, ma vorrei fare di più. Il Sardo mi affascina. Intanto, tra un discorso e l’altro, mi vengono offerti vari mirti, caffè, acqua frizzante e mille altre cose. “Bruno basta, che devo pedalare!”, gli dico sorridendo. E lui: “Appunto..”. Ah beh, come dargli torto.

Finito il giro di alcolici, visitiamo un nuraghe recente costruito con le nuove tecnologie ma stesse metodologie dei nuragici. Affascinante. È uguale! Si aprono intanto varie porte per fare visite future a paesi limitrofi. Mi salvo i numeri di telefono di tutti. È così che va avanti il mio viaggio, ad incontri.

Finito di ammirare il nuraghe, io e Bruno torniamo a casa e ci salutiamo. Prima però tappa al bar. Bruno non ci riesce proprio a non offrire!

Me ne vado abbastanza alticcio e con un sacco di prodotti che Bruno mi ha regalato: olive, crema di olive e olio. Appesantito, ma contento, attraverso Bonarcado, Milis, Tramatza e San Vero Milis, puntando Putzu Idu, dove avrò ospitalità. Anche io, come Bruno, ho il mio vizio. Senza mare non ce la faccio proprio!

Giorno 37: Seneghe, Bonarcado, Milis, Bauladu, San Vero Milis | Ciclismo | Strava

22/06/2021