Mi sveglio nell’afa assurda del rifugio del castel Medusa, a Samugheo. Mando subito un messaggio a Basilio, che verrà a prendermi in macchina. Anche perché mi trovo nel mezzo del nulla, non potrei muovermi a piedi da qui. Ho mezz’ora per prepararmi, mi alzo e volo, anche perché, ancora senza saperlo, Basilio spaccherà il minuto.
Andiamo insieme da Isabella, la cui mamma ha 89 anni e ancora produce tappeti, MANUALMENTE. Che storia! Sono completamente innamorato del luogo. Isabella mi spiega qualche curiosità del loro mestiere. Io, con il mio background da ingegnere, sono incuriosito dalla parte meccanica. L’intreccio dei fili che poi vengono battuti riga dopo riga, per formare il tappeto, sembrano magia pura. Poi aguzzo la vista e mi sintonizzo col cervello e inizio a capirci davvero qualcosa. Affascinante.

Facciamo due foto e poi andiamo. Basilio è in realtà in servizio per conto dei barracelli, con un altro ragazzo che mi sta simpaticissimo. Eppure mi stanno scarrozzando da una parte all’altra. Questo la dice lunga sulla bontà dei Samughesi. Finita la visita con Isabella, andiamo al campo di tiro che Basilio ha costruito per allenarsi. Si, perché lui fa gare di tiro al piattello. Si aggiunge anche Mauro (il calzolaio del giorno prima) e pranziamo con pane, formaggi e affettato. Mi godo questi ultimi momenti con loro. Mi ci sono affezionato, ma devo proseguire, direzione: Ortueri.
Una volta finito il pranzo torniamo in sede, preparo la bici e parto. Basilio mi rassicura: “Luca, se ti serve qualcosa fai un fischio, lo sai”. Grande persona Basilio. Saluto Samugheo lasciandomela alle spalle, consapevole che tornerò un giorno.
Proseguo verso Ortueri nonostante il caldo incredibile. Ma stringo i denti, anche perché oggi mi aspettano pochi km. In men che non si dica sono ad Ortueri. Mi fermo al bar di Roberto, che mi aiuterà per la notte. Purtroppo lui ancora non c’è, ma scambio due chiacchiere con alcuni ragazzi seduti al bar, in attesa di incontrare Giulia, una ragazza che ha tirato su un’attività molto originale.
Il tempo di bere una coca cola ghiaccio e limone e Giulia si presenta al bar. Andiamo insieme al campanile, fino alla cima. Da qui si vede una bella visuale: tutta Ortueri e pure oltre. Poi andiamo a casa sua, è qui che lavora. Giulia è l’artefice di un’idea molto carina: fa delle bamboline di stoffa con una forma e alcune caratteristiche originali, nel senso che appartengono esclusivamente al suo marchio. Nessuno può produrre pezzi simili, in geometria, colore e fisionomia. “Nasce tutto dalla mia passione per il cucito. Poi si è evoluto tutto in quel qualcosa di più”, mi racconta. Inizialmente, ha avuto la brillante idea di produrre dei pezzi che ricalcavano i costumi Sardi in tutti i loro particolari. Col passare del tempo, invece, si è spinta anche verso miniature su richiesta. Ne ha fatto una per me, cavolo quanto sono uguale!

Finita la chiacchierata con Giulia, ci salutiamo perché lei ha da fare. Io ne approfitto per riposare un attimo al parco Bau, nei pressi di Ortueri. Riposo giusto due minuti e mi arriva il messaggio di un caro amico di Carbonia: Andrea. “Luca io sono nei dintorni, ci facciamo una chiacchierata?”. Certo, perché no?! Lo incontro e passiamo una bell’oretta insieme, davanti ad una bella birra. Poi anche per Andrea si è fatta ora di andare.
Io sto al bar e incontro finalmente Roberto. Parliamo del mio progetto e mi racconta di altri pazzi che sono passati da Ortueri con un’idea simile alla mia, quella di girare tutti i 377 comuni Sardi. Ho già cenato con un panino che Basilio mi aveva preparato. Così, Roberto mi accompagna in un hotel. Pagherà lui la notte al posto mio. Che brava persona.
Si riconoscono subito le persone perbene. Anche se ci parli una mezz’oretta. Roberto è una di quelle. Buonanotte Ortueri.
28/06/2021