Giorno 45 – L’energia del pozzo Sacro e l’archeobiker del Guilcer

Apro gli occhi con il traffico della SS131 che, nonostante siano le prime ore del mattino, è già bello intenso. Metto la testa fuori dalla tenda per respirare un pochino. La mattina si crea un afa orribile, con i primi raggi di sole che penetrano all’interno senza neanche un filo di vento ad arieggiare. Vedo Valerio che passeggia nel parcheggio con il suo bimbo, con lo scopo di farlo addormentare. Mi vede e mi da il benvenuto in questo nuovo giorno, rispondo “Buongiorno!”, sorridendo per la tenera scena di lui con il figlio. “Oh, si è svegliato alle 4:00 e da quel momento non si è più addormentato”, mi dice. Che coraggio essere genitori.

Esco dalla tenda e sistemo tutto sulla bici. Poi vado a visitare il pozzo di Santa Cristina, con Valerio, che mi offre pure l’ingresso oltre alla colazione. Che bravo ragazzo. Parliamo un pochino davanti ad un caffè e un croissant. A me piace conoscere le vite delle persone con cui condivido qualcosa. Valerio è della Brianza ed è qui in vacanza con la famigliola. Mi racconta del suo lavoro alle poste e parliamo del più e del meno. Poi si fa ora di entrare.

Camminiamo subito verso il pozzo Sacro di Santa Cristina. E’ da tempo che sogno d’essere qui, mi ero informato sul luogo prima di partire. Lo ammiro in tutta la sua bellezza e la sua perfezione. Ammiro le sue geometrie e tutto ciò che rappresenta. Unico. Aspetto che le altre persone vadano via e scendo le scale in solitaria. Mano a mano che mi addentro, sento sempre di più un senso di libertà pazzesco. Vibra tutto dentro di me, energia allo stato puro. Tocco la pietra alla mia destra con un’occhiata al pozzo. Che energia che c’è qui sotto. Mi prendo un minuto per raccoglierla tutta! Mi siedo sull’ultimo gradino e chiudo gli occhi. E’ il momento più intimo in assoluto che mi sia capitato fino a questo momento, condiviso con la terra. Sento quasi che la terra mi voglia trasmettere qualcosa. Mi sento vivo.

Risalgo e racconto a Valerio l’esperienza, poi andiamo a visitare il resto del sito. Lui scappa che deve guidare per un bel po’ di ore. Io recupero le energie e dopo una mezz’oretta parto alla volta della triade Abbasanta-Ghilarza-Norbello, dopo qualche chiacchierata con dei signori curiosi del mio viaggio.

La pedalata è piacevole. Canto un pochino con la radio in sottofondo e mi godo il panorama. Non sento più la voglia di mare. Sono immerso nell’entroterra ormai. Il mare può aspettare.

Arrivo a Ghilarza all’ora di pranzo. Ho una voglia matta di carne, in fin dei conti è da un po’ che non ne mangio. Il viaggio mi presenta davanti agli occhi una bella griglieria. Stavolta non voglio badare ai soldi. Mi sono guadagnato questo luogo, mi spetta una bella tagliata di manzo. Affondo la forchetta e il coltello e mi gusto questo pranzo regale, al Valparaiso di Ghilarza, chiudendo gli occhi per la bontà del pasto.

Dopo pranzo navigo casualmente nei tre comuni, in attesa di Nicola, che mi ospiterà la notte. Faccio tappa al museo del fumetto MIDI di Norbello. Qui incontro Daniela, una guida del posto, molto appassionata di Sardegna ma soprattutto innamorata del suo lavoro. Mi racconta la storia del fumetto e alcuni cenni storici che vedono la Sardegna protagonista. Poi proseguo il mio giro casuale nella triade dei comuni. Torri aragonesi, viali alberati, caldo e persone simpatiche.

Po alle 19:00 incontro Nicola, mi accompagna a fare una doccia e usciamo a mangiarci una bella fettina di cavallo. Oggi è la giornata della carne. Intanto organizziamo l’itinerario per domani. Ci aspettano vari nuraghe e un bel giro sul lago Omodeo con la bici scarica di peso!

Si pedala nuovamente in compagnia signori miei!

Giorno 45: Ghilarza, Norbello, Abbasanta | Ciclismo | Strava

30/06/2021