Dei miei 5 sensi, il primo a essere stimolato è l’udito. Suona la sveglia, stavolta risveglio artificiale. Sono le 5:30, dal giardino della struttura comunale che Eleonora, l’assessora al Turismo di Sedilo, mi ha concesso, per trascorrere la notte in tenda. Sono ancora tutto stontonato, anche perché la serata precedente si è protratta troppo a lungo e le sole 4 ore di sonno si fanno sentire. Ma adesso basta lamentarmi. Apro la cerniera della tenda, la luce del sole sta spuntando timida in cielo. Buongiorno Sedilo.
Smonto tenda, metto borse e bagagli sulla bici e parto. Sono le 06:15. Quasi con un fare da sfida parlo in maniera telepatica a Madre Natura. “Stavolta te l’ho fatta eh. Dove sono i 37 gradi di ieri?”. Con moderatezza, senza esagerare troppo. Anche perché non vorrei sfidarla troppo e poi sentirmi responsabile dell’eccessivo surriscaldamento globale. Fatto sta che ci sono 18 gradi e si pedala che è una meraviglia. Nessuno sveglio, solo bei colori. Mi fermo in mezzo alla statale, prima di arrivare a Noragugume. Scatto una foto. Voglio ricordarmelo per sempre questo momento.

Entro a Nuragugume e Dualchi nella desolazione delle 7:00 del mattino. Alcuni stanno andando a lavoro e a stento alzano le dita della mano destra, per salutare, tenendo il palmo sul volante. Io saluto sempre. Sulla statale che mi porta a Bolotana avverto un bel vuoto allo stomaco. D’altronde sono un bell’imbecille. Sono partito senza fare colazione. Ma che cavolo mi gira in testa?! Mi fermo in una piazzola di sosta e mi divoro il pacchetto di wafer che Eleonora mi ha regalato ieri. Mentre addento i wafer, penso a quanto sia stata carina, speriamo di rivederci un giorno.
Proseguo nella statale per Nuoro e poi viro verso Bolotana. Inizia la salita. Bolotana si trova a 470m sopra il livello del mare. Mi aspettano 300m di dislivello, dal punto in cui parte la volata, strippati in pochissimi km. Il caldo inizia a spuntare e inizio a rallentare i ritmi. Il fisico si accorge subito quando le situazioni non sono propizie. Mentre affronto la salita, 5 cani pastore iniziano a inseguirmi. Panico immediato, poi ragiono (in una frazione di secondo). Così scendo dalla bici e loro si fermano. Le nostre distanze rimangono invariate, mentre loro continuano ad abbaiare per intimorirmi. Io procedo camminando con la bici a mano, loro mi vengono dietro senza invadere mai il mio intorno di due metri. Sono così i cani, proteggono il loro territorio. Ecco perché è importante far capire loro che non siamo una minaccia. Passo il confine del campo di loro proprietà, così tornano indietro, in branco. “Me la sono scampata”, penso. Ho ancora il batticuore però. D’altronde ho paura dei cani, non è facile per me gestire in solitaria queste situazioni, ma col tempo sto prendendo sempre più coraggio.
Arrivo a Bolotana, foto al cartello di rito e salitona verso la chiesa. 16% di pendenza, brutta brutta. A metà mi fermo e inizio a spingere, perché il sole è alto ormai, anche se sono solo le 8:34 del mattino (che figata arrivare così presto). A metà salita incontro un bar sulla sinistra. “Salute!”, si saluta sempre. Mi rispondono tutti i signori seduti, in coro. “Benniiinnnooooii”, dice uno (che sarebbe “Vieni qui” in Sardo). “Ma devo andare in piazza che tra una mezz’ora ho un appuntamento li”, gli dico. Niente da fare, insistono. Mi fermo e mi offrono la colazione e parliamo del progetto. Sono curiosissimi e mi obbligano ad accettare altri 2 o 3 giri. Non so esattamente se fossero 2 o 3, ho perso il conto. Anche perché poi dal caffè siamo passati alla birra, alle 8:45 del mattino. Bella la Sardegna.
Mi riposo un pochino al bar, a pedalata giornaliera conclusa. Stanotte dormirò qui a Bolotana e a breve incontrerò Bettina, la guida di Villa Piercy (appena 25km lontano dal centro, 500m di altezza in più). Non me la sentivo di salire in bici fino a li, avrei fatto 50km ulteriori inutilmente. Così Bettina ha ingaggiato una sua amica, Gabri, che mi accompagnerà su in macchina. Perché Bettina il weekend fa la guida in villa e su non prende il telefono. Quindi ad una certa ora non l’avrei più potuta contattare.
Alle 11:00 arriva Gabri e saliamo, a Beddesalighes, in macchina. Chiedo la cortesia di lasciare la bici al bar, da Filia (bar storico di Bolotana. Tra l’altro Alessandro, il proprietario, è un grande. Andateci se siete di passaggio). Gabri mi racconta qualche chicca del parco e mi porta a vedere dei tassi millenari (uno è immenso, ha oltre 2000 anni). Che posto fiabesco! Arriviamo in Villa Piercy, posto stra suggestivo. Una villa in mezzo ad un parco, colpo d’occhio allucinante, oltre al clima completamente diverso rispetto a Bolotana paese.

Qui in villa ci sono le due guide: una è Bettina, l’altra è Claudia, una ragazza molto simpatica qualche mese più piccola di me. Le saluto entrambe, sono due dolcetti! Con Bettina ci vogliamo già bene, con Claudia c’è rispetto tra coetanei e ammirazione reciproca. E’ proprio con lei che vado a fare un giro nel bosco dietro la villa. Mi racconta di come Benjamin Piercy, venne chiamato in Sardegna per la costruzione delle ferrovie Sarde. Ma se ne innamorò subito e così iniziò a piantare, nei suoi 4000 ettari di terre, piante da tutte le parti del mondo. Alcune, inaspettatamente, si sono ambientate nel clima mediterraneo Sardo e ora sono dei veri e propri individui saggi delle montagne di Bolotana.

Finita la passeggiata con Claudia, mangiamo qualcosina con lo staff della Villa, tra volontari e guide. Chiacchieriamo un pochino su Bolotana e poi si fa ora per Claudia di incominciare la visita guidata delle 15:00. Intanto, io e Bettina riposiamo ancora un pochino, prima di fare il tour delle 16:00, con altri tre visitatori aggiunti. Bettina è davvero appassionata al suo lavoro, così come Claudia. Entrambe sono riuscite a trasmettermi qualcosa. Grazie a loro ho scoperto un mondo assurdo relativo a Bolotana e l’attaccamento dei suoi abitanti al proprio paese. Una storia fatta di rivolte e orgoglio, alle volte contro gli stessi Piercy, che avevano esercitato un grosso strapotere, provando addirittura, di costituire un borgo indipendente. Vinsero i Bolotanesi, però. Alle volte la forza del popolo batte i soldi. Un bell’esempio di perseveranza.

La giornata corre e si fanno subito le 19:00. Così scendiamo in 3 macchinate a Bolotana. Mi faccio una doccia nel B&B che Daniela ha prenotato per me, prima di uscire per cena con Bettina e Claudia. In giro incontriamo anche Daniela stessa. Finalmente la conosco! E’ stata tanto premurosa, non voleva farmi dormire in tenda nei dintorni di Bolotana. Anche perché devo ammettere che sarebbe stato difficile, in un paese così arroccato sulla montagna. Daniela è una brava ragazza, si vede come ti saluta e come ti parla. E’ la sorella di una ragazza che ho incontrato a Sedilo il giorno prima. Così, si è subito mobilitata per aiutarmi nel pernottamento di oggi. Che carina!
Mangiamo un panino da Antonello Filia, quel bar storico di prima, e ci salutiamo. E’ mezzanotte passata. Che distruzione, mi si chiudono gli occhi. Domani incontrerò Gigi, l’apicoltore. Per fortuna, perché non ce l’avrei fatta a svegliarmi presto.
Ho bisogno di riposare, di dormire. Fortunatamente stanotte ho un letto. Buonanotte da Bolotana, arrampicato sul Marghine.
04/07/2021