Giorno 52 – Tombe dei giganti e il drone KO

La sveglia delle 6:30, nel post Italia-Spagna finita ai rigori, non risuona bene alle mie orecchie. Così guardo le previsioni meteo, con un occhio chiuso e uno aperto a metà, ancora mezzo addormentato. Oggi un maestralino leggero non farà salire i gradi sopra 30. Bene, posso pedalare anche sul tardi. Torno a dormire.

Mi risveglio alle 8:30, mi preparo e parto. Ore 9:00, imbrocco la prima pedalata del giorno pensando alla giornata che mi aspetta.

Subito discesa verso Borore. Entro nel paesino, lo attraverso e procedo verso la tomba dei giganti Imbertighe. Assurda! Una stele completamente integra, uno dei sepolcrali megalitici più sorprendenti dell’intera isola. Prima di toccarla vorrei fare qualche ripresa col drone, ed è qui che l’umore della mia giornata cambierà.

Prendo il drone, lo accendo e il sensore mi indica che la stabilizzazione della camera è compromessa. Così lo spengo e lo riaccendo. Niente. Bene, mantengo la calma e mi metto sotto un albero. Scardino la plastica superiore e cerco di capire cosa c’è che non va. Qualcosina l’ho imparato nella mia carriera da ingegnere dai, vediamo se è servito a qualcosa. Mi accorgo subito che la pista di comunicazione tra il processore centrale e il modulo della camera è staccata. “Ci credo che non funziona!”, penso. Va bè, so che non ci avete capito una mazza. In pratica mi sono accorto che la camera del drone non funziona più e ho scoperto la causa. Benissimo.

Mi prendo due minuti per respirare profondamente. Questo viaggio mi mette a dura prova, soprattutto psicologicamente. Passato il momento zen, mi alzo. Lascio tutto a terra e vado a toccare la stele. Chiudo gli occhi e raccolgo tutta l’energia possibile. Poi riparto, amareggiato ma anche carico.

Risalgo a Macomer obbligatoriamente, nella strada che mi porta all’area archeologica di Tamuli. Inizia il caldo vero, altro che 30 gradi. Le previsioni non ci hanno preso neanche stavolta! Passata Macomer, affronto una salita impegnativa, a 4km da Tamuli. A metà trovo una fontanella. Bevo, mi rigenero e concludo l’opera. Sono a Tamuli e sono le 12:18.

Sarà che c’è tanto caldo, ma a Tamuli non c’è nessuno, se non la guida. Scambio due parole con lui, è un bravo ragazzo. Poi mi accompagna a farmi vedere il posto. 6 betili allineati a Nord Ovest, un nuraghe a corridoio del pre-nuragico e due tombe dei giganti. Tamuli è davvero ricca di storia.

Finita la visita mangio un boccone sotto l’ombra dell’info point e poi parto, dopo una chiacchierata sugli incendi con un ragazzo che passava di li. Gli incendi, si. Avete letto bene. Brutta cosa! Anche oggi ce n’è un altro e da Tamuli si vede bene!

Da Tamuli scendo verso San Leonardo e mi immergo in un verde surreale, completamente opposto al caldo giallo e secco di Tamuli. La Sardegna è davvero incredibile! Mi rigenero bevendo dell’acqua fresca direttamente dalla sorgente, anche perché qui producono l’acqua San Leonardo. Poi, una volta dissetato, mi avvio verso Santu Lussurgiu, che metterà il punto su questa giornata.

A Santu Lussurgiu incontro Antonello e la sua famiglia: Maria Grazia (la moglie), Mattia e Annarita (i due figli). Con Antonello facciamo un giro in paese. Vediamo alcuni artigiani e ci diamo appuntamento per l’indomani, vista l’ora ormai tarda. Santu Lussurgiu è un grande posto, ricco di tradizione.

La famiglia di Antonello è squisita. A cena parliamo come se ci conoscessimo da una vita. Finita la cena stiamo un pochino a chiacchierare e poi stendo la tenda in giardino.

Buonanotte Santu Lussurgiu, domani mi aspetta una bella giornata Sarda, con la S maiuscola.

07/07/2021