Mi prendo la mattina, frastornato ancora dalla festa di laurea del giorno prima, organizzata dagli amici di Marco. Mi sono concesso qualche birra di troppo. Bè dai, dopo due mesi di viaggio ci sta!
Facciamo una colazione mista a pranzo, con Marco e due amici che sono arrivati da Sassari e sono rimasti a dormire proprio come me. Mangiamo gli avanzi del giorno prima. Poi mi preparo e riparto. Mi aspettano circa 40km. Fa caldo e sono tirato con gli orari. Mi aspettano alle 19:00 a Giave alcuni membri della giunta comunale, tra cui Monica, con cui mi sono organizzato nei giorni precedenti. Devo correre! E odio farlo!
Salgo a Mara e Pozzomaggiore, poi mi avventuro nella solitudine di Semestene. Quindi Cossoine e l’attraversata della SS131 dalle campagne. Qui incontro vari cani, che ho ormai imparato a gestire. Due mi danno filo da torcere. Mi tocca scendere ed alzare la voce.
Non appena risalgo sulla bici, alzando la testa vedo Giave. È in alto. 200m di dislivello in pochissimi km mi aspettano. Abbasso la testa, mi alzo sui pedali e sudo le ultime energie che mi sono rimaste.
Quando arrivo su ci sono Monica e Adriano ad aspettarmi. Andiamo insieme al Nuraghe Oes e a Sa Pedra Mendalza, risultato di una solidificazione lavica di milioni di anni fa. Poi andiamo a cena. O meglio, mi offrono la pizza e loro si bevono qualcosa mentre chiacchieriamo sulle potenzialità di Giave.
Finita la cena, si sono fatte ormai le 22:30. Vorrei andare a prendere la bici, piantare la tenda ed andare a nanna. Sono un po’ stanchino. Monica ed Adriano mi convincono ad andare a bere una birra al bar. Accetto e il mio intuito ha nuovamente ragione. Al bar troviamo un ragazzo che mi offre una casettina per trascorrere la notte.

L’intuito non sbaglia mai. Il cuore non sbaglia mai. Seguitelo e andrete lontani. Dolce notte Giave!
22/07/2021